La storia
La parola "pasta" deriva probabilmente da un termine greco che significa
" farina mista a liquido" ed e' unimpresa assai poco immaginabile
attribuire a qualcuno la paternita' di avere per primo mescolato grano polverizzato ad
acqua cosi' da ottenere un pasto per uso alimentare. E piu' realistico pensare che i
popoli antichi abbiano scoperto ciascuno a modo suo come utilizzare questo cereale, spinti
da esigenze ed abitudini diverse.
Un dato certo e' che la diffusione degli spaghetti in Italia non fu merito di Marco Polo,
di ritorno dalla Cina, fatto che ne avrebbe accreditato la paternita' ai Cinesi. La pasta
secca era gia' conosciuta in terra italica con certezza molti anni prima del rientro di
Marco Polo. Un documento notarile del 1279 descrivendo linventario di
uneredita' cita "una cestella piena di maccheroni". Doveva trattarsi
certamente di pasta "secca". Col termine maccherone, trovato gia' in uno scritto
del Basso Medioevo, si denominava in quel tempo ogni tipo di pasta, lunga e corta e
"maccarones" in Sicilia definiva le paste ripiene che oggi chiamiamo
ravioli. E possibile che la pasta secca sia di origine araba. Danno credito a questa
ipotesi i nomi arabi itryia e fad attribuiti ai fili ai fili di pasta di forma cilindrica
e ai "fidelini". In terre come la Sicilia e la Spagna, che hanno subito la
denominazione araba, luso dei due termini continua, trasformati in "trii",
"fideli" ed in "tria" e "fidear". Impastare la farina di
grano con lacqua ed essicarla forse fu la soluzione ideale per conservare a lungo
questo alimento, altrimenti deperibile durante i lungi viaggi delle carovane nel deserto.
E dalle carovane alle navi, risolto il problema della conservazione, la pasta cosi
trattata si diffuse per i porti del Mediterraneo.Viaggiando a ritroso nel tempo arriviamo
in epoca romana, durante la quale la pasta fresca era conosciuta ed apprezzata. Il termine
antico lagano, di uso romano è ancora usato nel sud dItalia per descrivere la
"pasta a nastro", laganella o leganaca; altrove conosciuta come lasagna o
tagliatella. Ne parla Orazio nelle Satire 300 anni a.C., Aristofane, sommo commediografo
greco, in una descrizione di taglio gastronomico accenna ad una pasta di frumento che
ricorda lattuale raviolo.
Un altro passo indietro ci porta tra gli Etruschi del IV secolo a.C. A Cerveteri sulle
colonette che sostengono gli spioventi del tetto della "Tomba dei rilievi", sono
raffigurati i vari utensili da cucina necessari per la preparazione delle lasagne.*
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